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Chiese

Di notevole interesse storico-artistico sono alcuni elementi tardo gotici della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che custodisce all'interno una statua secentesca di S. Cristoforo, una scultura lignea policroma di una Pietà del XVIII secolo una croce a stile d'argento del XV e diverse tele di Antonio Mura, apprezzato artista locale. Elemento di richiamo e anche l'altare ligneo dei XVII secolo della chiesetta S. Antonio da Padova.

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

Proseguendo oltre le vecchie carceri, più in basso, nella via S. Antonio, si trova la chiesetta di S. Antonio da Padova. Realizzata nella tipica forma della chiesetta campestre. Ne possiede tutte le caratteristiche: navata unica, campanile a vela e sacrestia laterale. Da notarsi nella facciata principale un arco a sesto acùto, oggi tamponato, che occupa l'intera facciata. Le origini della chiesetta sono da collocarsi intorno ai XV secolo. Pare, infatti, che in quel periodo giunsero ad Aritzo un gruppo di monaci, che stabilirono in quel sito la loro sede. Si ha memoria della esistenza di un monastero, oggi, del tutto distrutto. All'interno della chiesa si può apprezzare l'altare centrale, di fattura seicentesca.

Chiesa di S. Michele Arcangelo

Al centro del paese si erge la chiesa parrocchiale, intitolata a S. Michele Arcangelo. La parte più antica, risalente all'XI secolo, è stata oggetto dl numerosi interventi. Quello che ne ha cambiato sostanzialmente lo stile risale all'anno 1914; pare che i lavori si resero necessari per le precarie condizioni in cui versava. Il restauro del 1914 ha cambiato la fisionomia della chiesa creando un sincretismo, che lasciando intatte le parti più antiche ha conferito alla struttura eleganza e maestosità.

Le parti antiche, di stile Gotico - Aragonese, realizzate in trachite di Fordongianus, sono evidenti, all'esterno, sia nella torre campanaria sia nella facciata principale. Sopra il portone d'ingresso si può vedere un dipinto di S. Michele Arcangelo, Santo a cui è stata dedicata la chiesa nel 1745. All'interno, superata la bussola, realizzata nel 1934, sulla destra, la cappella del Fonte Battesimale. Gli elementi architettonici che la caratterizzano, arco a tutto sesto e capitelli, risalgono all'anno 1000 e pare sia un residuo di tutta la navata destra della chiesa.

La cappella seguente è dedicata alla ''PlETA'' gruppo scultoreo ligneo di notevole efficacia espressiva realizzato Intorno ai VII secolo con gusto spagnolo.

Proseguendo nella cappella successiva, dedicata al ''ROSARIO'' vi si trova una grande tela del pittore aritzese Antonio Mura, alcuni suoi dipinti si trovano nella Basilica di N.S. di Bonaria a Cagliari, nella quale sono raffigurati: la Beata Vergine , S. Domenico e Papa Giovanni XXIII attorniati da numerosi cherubini. Il Mura nella sua pittura amava raffigurare, quasi a testimonianza della religiosità degli aritzesi, i visi dei suoi compaesani.

Appresso, prima del presbiterio, si trova la cappella di S. Cristoforo. Il Santo è rappresentato con una statua (sec. XVIII) la cui altezza arriva a mt. 1,90, realizzata in legno policromo di finissima, esecuzione nella resa naturalistica del modellato, nella doratura e nella cromia. L'opera appartiene, nello stile, al gusto della scultura spagnola. Venerato dai fedeli S. Cristoforo veniva portato, oltre che nella solennità dei rito, in processione per propiziare la pioggia. Il rito consisteva oltre alle preghiere nella immersione della statua nell'acqua.

Sul presbiterio l'altare maggiore in marmi policromi, opera di Domenico Franco, realizzato fra il 1914 ed il 1919. Nella nicchia centrale la statua di S. Michele Arcangelo titolare della chiesa. Sono visibili, in alto, sopra l'altare e soprattutto dietro nella zona del coro attualmente nascosta dall'altare, l'arco ed i capitelli a fregi dei XlV e XV secolo.

Nascosta andando a ritroso, nella navata di sinistra, la cappella di S. Giuseppe dove è presente un quadro raffigurante il Cristo sulla croce opera del pittore Antonio Mura.

Subito appresso si trova la cappella intitolata a S. Francesco, nella quale si trova un quadro raffigurante S. Ignazio da Laconi e la capella del Sacro Cuore raffigurante il Cristo. Per ultima la cappella di S. Antonio che ospita le tombe del mecenati A. Arangino e della moglie Marianna Vargiu De Arca i quali provvidero al restauro della chiesa (1914-1919).

Nella sacrestia si trovano interessanti arredi lignei e l'organo del 700'.

All'esterno della chiesa, delimitato dalla strada principale, vi è quello che gli aritzesi chiamano ''SU BASTIONE'' che si affaccia nella vallata di ''SU PARDU'' ricca di castagni, nocciuoli e sorgenti d'acqua cristallina.

In lontananza si può ammirare il tacco di ''TEXILE'' dal quale recita la leggenda, S. Efisio predicò convertendo i barbarici alla religione cristiana. La conversione, pare, produsse il miracolo di trasformare gli sterpi ed i cespugli In boschi di castagne e nocciuole. Tacco di Texile Tacco di Texile

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