Salute e vaccinazioni
Che cosa sono le vaccinazioni?
La vaccinazione è un modo per indurre un'immunizzazione ''attiva'', cioè una difesa immunitaria prodotta dall'organismo vaccinato nei confronti di una malattia infettiva. La difesa individuale, protettiva e duratura viene stimolata mediante somministrazione di un elemento patogeno attenuato, non dannoso, in grado d'innescare una risposta immunologica specifica, quindi di difesa, ma non di provocare malattia.
Col tempo, la preparazione dei vaccini è diventata sempre più sofisticata; oggi i vaccini disponibili sono molto diversi da quelli prodotti anche solo nei decenni appena passati; sono sempre più purificati, inducono meno effetti indesiderati e sempre più spesso sono disponibili in commercio in forma associata.
Per vaccini associati intendiamo formulazioni che contengono più vaccini nella stessa fiala, con notevole risparmio di spesa, tempo, e soprattutto di stress per le mamme e i bambini cui sono riservate meno iniezioni.
Quali vaccinazioni?
I centri vaccinali, al momento, propongono ancora vaccinazioni di due tipi: obbligatorie e facoltative. Le vaccinazioni obbligatorie sono quelle per Difterite, Tetano, Epatite B, Poliomielite; le vaccinazioni facoltative, proposte attivamente alla popolazione con le stesse modalità delle obbligatorie sono quelle per Pertosse, Haemophilus influenzae tipo b, Morbillo, Rosolia e Parotite. Tutte le vaccinazioni obbligatorie e facoltative proposte attivamente sono gratuite.
La vaccinazione per Haemophilus influenzae tipo b (che prima della diffusione della vaccinazione era la prima causa di meningite batterica nei bambini, con elevata mortalità) attualmente viene proposta in forma associata ai vaccini per Difterite, Tetano, Pertosse, Poliomielite ed Epatite B; tale associazione ha permesso di raggiungere ottimi risultati di salute pubblica in pochissimi anni: senza ulteriori iniezioni al bambino e senza aggiuntive sedute vaccinali.
Le vaccinazioni per Morbillo, Rosolia e Parotite sono ugualmente associate in una sola siringa.
La vaccinazione per influenza, che non può essere iniziata prima dei 6 mesi di vita, appare sempre più indicata per tutti i bambini, anche per quelli non appartenenti a categorie a rischio (malattie croniche renali, respiratorie e cardiache, fibrosi cistica, asma, immunodeficienze, etc).
Altre vaccinazioni, pur efficacissime, vanno riservate a soggetti che vivono in condizioni particolari, o a elevato rischio per gli ambienti o le aree frequentate: TBC, epatite A, tifo, rabbia, febbre gialla, colera. In genere ogni Asl dispone di ambulatori specializzati nel consigliare e praticare queste vaccinazioni specifiche, soprattutto per chi viaggia in paesi a rischio.
Quando fare il vaccino?
Le vaccinazioni vanno iniziate nel terzo mese, cioè a partire dai 60 giorni di vita del bambino, e prevedono 3 dosi nel primo anno (a 3, 5, 11 mesi) per Difterite, Tetano, Pertosse, Poliomielite, Epatite b, Haemophilus influenzae tipo b, con richiamo per l'anti-poliomielite nel terzo anno, e per la Difterite-Tetano-Pertosse a 5-6 e 12 anni.
La vaccinazione per Morbillo, Rosolia e Parotite va praticata a 11-15 mesi, con richiamo a 5-6 anni.
I figli di madre positiva all'Epatite B ricevono la prima dose di vaccino alla nascita, per ridurre il rischio di trasmissione verticale dell'infezione dalla mamma al bambino, e poi seguono uno schema vaccinale speciale per la sola vaccinazione per Epatite B.
Per le prime dosi di vaccino in genere il bambino viene convocato direttamente dal centro vaccinale oppure riceve un appuntamento già alla dimissione dal nido. Ad ogni vaccinazione, viene dato l'appuntamento per la somministrazione successiva.
Dove fare il vaccino?
In Italia le vaccinazioni sono somministrate presso i centri vaccinali distribuiti uniformemente sul territorio nazionale, secondo indicazioni nazionali, con qualche tendenza a scelte autonome a livello della singola regione.
Le vaccinazioni possono anche essere effettuate in sedi diverse dai Centri Vaccinali; sono peraltro tutte liberamente in commercio e acquistabili in farmacia. E', però, importante in tal caso rispettare la catena del freddo, cioè accertarsi che dopo l'acquisto siano sempre tenute conservate e trasportate a temperatura bassa, affinché non perdano di efficacia.
Somministrazioni al di fuori dei centri vaccinali vanno certificate dal medico esecutore, riportando il tipo di vaccino, il lotto e la sua scadenza e le certificazioni debbono poi comunque essere registrate presso il centro vaccinale competente.
Cosa deve fare la mamma?
Tutte le vaccinazioni sostenute dal bambino vengono trascritte sul suo libretto individuale. E' importante che la mamma abbia sempre con sé questo libretto, non solo al momento delle visite dal pediatra di base o da altri specialisti, ma anche quando si ricorra a prestazioni d'emergenza o di ricovero ordinario. La conferma delle vaccinazioni eseguite o non eseguite e di quelle mancanti, potrà essere utile per la valutazione da parte del medico.
Prima della vaccinazione non è necessario osservare alcun periodo di digiuno o dieta speciale, né è necessario un ''via libera'' del pediatra di base, se il bambino appare in buona salute; d'altra parte il bambino viene comunque visitato presso il centro vaccinale prima dell'esecuzione della vaccinazione.
Dopo la somministrazione delle vaccinazioni è opportuno restare in attesa nel centro vaccinale per circa 15 minuti, dopo di che il bambino potrà tranquillamente ritornare alla sua vita e alimentazione normale.
Per i bambini immigrati o adottati, per i quali non è noto né sempre rintracciabile tramite vie ufficiali e affidabili, lo status vaccinale, le decisioni rispetto alla continuazione e l'integrazione delle vaccinazioni vengono prese dai medici del centro vaccinale.Vale tuttavia il principio generale che replicare una vaccinazione nel caso in cui ci sia il dubbio che sia stata eseguita non fa male.
Le controindicazioni ''vere o false?''
Le controindicazioni alle vaccinazioni sono spesso false e costituiscono un importante ostacolo alle campagne per le vaccinazioni. Sono conoscenze mediche errate, saldamente radicate nella cultura collettiva e, purtroppo, anche in parte della classe medica.
Le controindicazioni alle vaccinazioni, provate e riconosciute a livello medico-scientifico, sono in realtà rarissime. Fra queste controindicazioni vi sono, naturalmente, le reazioni a dosi precedenti di vaccino; è importante che, laddove si verifichino eventi inattesi dopo una vaccinazione, il bambino venga portato subito dal pediatra o presso un centro ospedaliero, per ottenere diagnosi immediata. Il ripetersi degli effetti collaterali post-vaccinali, peraltro quasi sempre di lieve entità, è basso; è esperienza comune che la quasi totalità dei bambini, rivaccinati con lo stesso vaccino che ha indotto un effetto collaterale indesiderato, non presentano nessuna reazione.
Premesso che le vaccinazioni sono controindicate in caso di gravi patologie del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario, sono da considerarsi vere controindicazioni alle vaccinazioni:
- grave e repentino rialzo termico (febbre alta);
- gravi reazioni dopo precedenti vaccinazioni.
Controindicazione generale alla vaccinazione, valida per ogni tipo di vaccino, è una grave reazione avversa a un vaccino o a un elemento del vaccino. Sono invece da considerarsi false controindicazioni a tutte le vaccinazioni:
- la comparsa di una sintomatologia generale, con o senza febbre;
- irritabilità e/o sonnolenza alle precedenti somministrazioni del vaccino;
- lieve o moderata reazione cutanea nella zona dell'iniezione (es. arrossamento, dolore, etc.). ematici.
Falsa controindicazione è anche la contemporaneità di altre vaccinazioni: l'organismo è perfettamente in grado di creare risposte immunitarie a più agenti patogeni contemporaneamente. Per ogni dose di vaccino sono, infatti, state già individuate l'età raccomandata e l'età minima in cui può essere praticata la vaccinazione e l'intervallo ottimale tra le varie dosi.
La condizione di allergia, sintomatica o asintomatica non controindica le vaccinazioni; false controindicazioni sono le allergie alimentari, in particolar modo al latte e all'uovo (a maggior ragione se diagnosticate su basi poco solide: nessuna allergia alimentare può essere diagnosticata esclusivamente sulla base di test cutanei o ematici), la familiarità per allergia o per reazioni a vaccini, l'allergia a farmaci non inclusi nel vaccino, storie di orticaria, asma e poliallergia. Anche i bambini con patologia malformativa e quelli con paralisi spastica, vengono spesso erroneamente etichettati come non vaccinabili.
Fonte: opuscolo ''Quando nasce un bambino'' (sezione acura del Prof. Francesco Tancredi - SIP - Società Italiana di Pediatria).